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venerdì 3 maggio 2013

Al-Qaeda incaricata della sicurezza dell'ambasciata in Libia. Notizia Esclusiva


Un documento recuperato alcuni giorni dopo l'attacco all'ambasciata a Benghasi indica accordi con un gruppo di milizie islamiste in qualità di forza di pronta reazione, Quick Reaction Force, in caso di attacco alla missione diplomatica.
Tuttavia le milizie Libiche incaricate dal Dipartimento di Stato per difendere la missione diplomatica in Libia a Benghazi avevano invero chiare connessioni e simpatie verso Al-Qaeda, mostrando ad esempio ben visibile la bandiera di Al-Qaeda su una pagina Facebook per mesi prima dell'attacco mortale.
Il gruppo in questione, Brigata dei Martiri del 17 Febbraio, era stata ingaggiata dal governo USA per provvedere la sicurezza della missione diplomatica Americana in Benghazi, Libia. Se non bastasse quello che è poi successo, mancano in realtà evidenze che la Brigata dei Martiri abbia in alcun modo provveduto a rispettare l'impegno di difendere l'ambasciata l'11 Settembre scorso quando fu attaccata violentemente per ore.

Il generale di stanza in zona è presto salito alle cronache per il violento diverbio con il Pentagono e con il Presidente Obama, diverbio che gli è costato la carriera e in cui chiedeva insistentemente di fornire supporto tattico agli eroici ex Navy Seals presenti all'ambasciata, Tyrone Woods and Glen Doherty che per ore hanno respinto gli attacchi nemici salvo poi venire sopraffatti dalle forze ostili, presumibilmente per esaurimento delle munizioni. Nel corso dell'attacco perderà la vita anche l'ambasciatore J. Christopher Stevens, torturato e ucciso, e il funzionario informativo Sean Smith. Stevens fu il maggiore promotore dell'integrazione a sostegno della popolazione locale verso una transizione democratica. E' il primo ambasciatore Americano ucciso dal tempo del colpo di stato delle milizie Islamiste radicali del 1979 in Iran.

La reticenza dell'amministrazione Obama a fornire chiarimenti circa l'attacco a Benghazi è piuttosto notevole e forse diventa sempre più chiaro l'imbarazzo dell'amministrazione.
Le pagine Facebook della militia erano piene di contenuti che professavano apertamente simpatie per Ansar al-Sharia, il più duro e rigido gruppo di estremisti islamici collegato all'attacco mortale verso la missione diplomatica a partire ad esempio dai loghi ufficiali di Ansar al-Sharia e una foto di un miliziano con un rpg in mano e la bandiera di Al-Qaeda durante una manifestazione Jihadista tenutasi giorni prima.



Poco tempo dopo sulla stessa pagina, fra i vari contenuti legati all'estremismo islamico, si compiangeva la morte di alcuni membri di Ansar al-Sharia.
Il Dipartimento di Stato USA a tutt'oggi si è rifiutato di fornire commenti sul perché la Brigata dei Martiri del 17 Febbraio sia stata assunta per proteggere la missione diplomatica.

Il 23 Aprile, sostenuta anche da una massiva richiesta negli ambienti militari, una commissione Repubblicana del Congresso di indagine sull'attacco di Benghazi, ha pubblicato un rapporto dimostrando come vi fossero “numerose evidenze” che “la Brigata aveva connessioni estremiste, ed è stata impiegata nel rapimento di cittadini Americani così come in varie forme di minacce contro gli assetti militari degli Stati Uniti”.
Il rapporto della commissione cita anche come pochi giorni prima dell'arrivo dell'Ambasciatore Stevens arrivato in Bengasi, la Brigata dei Martiri avesse avvisato il Dipartimento di Stato che non avrebbero più garantito la sicurezza dei membri della missione, Stevens incluso, nel viaggiare attraverso la città.

Eric Nordstrom, Funzionario per la sicurezza Regionale in Libia a quel tempo, da Giugno 2011 a Luglio 2012 ha documentato più di 200 minacce alla sicurezza ed episodi violenti di minaccia verso il personale Americano in Libia dei quali solo una 50ina in Benghazi.
Nonostante l'alto numero di minacce, ripetute richieste di incremento per la sicurezza dell'Ambasciata sono state ignorate dal Dipartimento di Stato per ragioni non del tutto chiare.

Probabilmente però la domanda più grande da fare, è perché il Dipartimento di Stato, sotto la guida dell'amministrazione Obama, abbia deciso di incaricare un gruppo collegato ad Al-Qaeda per la sicurezza all'ambasciata...
Numerosi cablogrammi dimostrano ripetute richieste di incremento della sicurezza da parte dell'ambasciata, tuttavia per qualche ragione il Dipartimento di Stato ha ridotto la sicurezza e persino distaccato altrove le forze militari li presenti incaricate della difesa diplomatica in Libia.
Ripetute richieste al Dipartimento di Stato, hanno ricevuto secche negazioni alla richiesta di aumento della sicurezza, incluso la permanenza delle squadre militari.

Una possibile spiegazione è che l'amministrazione Obama non sentisse più Al-Qaeda come una minaccia, trovandosi quindi in qualche sorta di imbarazzo nel dover incrementare la sicurezza a causa loro.

I Repubblicani hanno denunciato come l'Amministrazione Obama stia cercando con forza di insabbiare l'intera vicenda.
Secondo Foxnews 4 informatori rispettivamente del Dipartimento di Stato e della CIA, avrebbero accettato di fornire maggiori informazioni sull'attacco dall'interno.

Victoria Toesing, avvocato di uno degli informatori, ha detto di essere stata minacciata da funzionari della CIA e del dipartimento di Stato se avesse parlato al Congresso di quanto accaduto a Benghazi. Si tenga presente che il Congresso, men che meno i membri a supervisione delle attività di intelligence, gode di svariati nulla osta di sicurezza di alto livello. Obama in ogni caso all'inizio di questa settimana ha negato di essere a conoscenza di nessuno che sia stato scoraggiato dal portare al Congresso la propria parte della storia.

La Repubblicana Darrell Issa, capo della House Oversight Commitee, ha dichiarato Martedì di aver mandato nelle scorse settimane, quattro lettere per chiedere di fornire informazioni agli avvocati degli informatori che sono già in possesso dei nulla osta di sicurezza necessari per la vicenda. Nessuna risposta è ancora giunta dall'Amministrazione Obama.

Il rapporto della House Republicans’ Interim Progress del 23 Aprile che ha indagato sull'incidente conclude con un avvertimento che dice “Questo singolo evento si ripeterà a meno che gli Stati Uniti riconoscano e rispondano alle minacce con cui ci scontriamo nel mondo, e mobilitino prontamente risorse e assetti di sicurezza per contrastare e rispondere a tali minacce.”

“Fino a quel giorno, gli Stati Uniti resteranno in modalità “reazionaria” e c'è da aspettarsi ancora altre catastrofi come a Benghazi, in cui personale USA di terra reagisca con prodezza, ma senza essere provvisti di risorse adatte ad una risposta effettiva” conclude il rapporto.

Il 15 Aprile 2013 durante la Maratona di Boston un attacco terroristico coordinato con ambienti vicino ad Al-Qaeda presente anche sul suolo nazionale,  ferisce gravemente 260 persone mediante bombe IED a frammentazione e causando la morte di 3 persone di cui un bambino di 8 anni.







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