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giovedì 4 aprile 2013

ALLERT: COREA DEL NORD SI AD ATTACCHI NUCLEARI VERSO USA



La Corea del Nord al culmine della recente tensione crescente nell'area, ha ieri comunicato ufficialmente a Washington di aver dato all'esercito nordcoreano l'autorizzazione ad attacchi nucleari verso obbiettivi Statunitensi, il che non significa che hanno già dato via all'attacco ma che potrebbero farlo in qualsiasi momento. Fra i missili in loro possesso, seppure in numero limitato, le ultime tecnologie di missili balistici intercontinentali capaci di raggiungere l'Alaska e facente parte della stessa tipologia di missile usato mesi fa per lanciare un satellite in orbita come riportato anche dal Washington Times il 12 Dicembre 2012.

Fra le preoccupazioni del Pentagono anche l'ipotesi che la Corea del Nord sia già riuscita a miniaturizzare testate nucleari. In tal senso andrebbero prese le minacce del regime al riguardo in cui dice che le minacce americane “saranno annientate da mezzi di attacco nucleare più efficaci, piccoli, leggeri e diversificati”.
E' ieri sera alle 23:53 del 3-4-2013, sono state diramate ulteriori minacce in accordo con le precedenti: “Il momento dell'esplosione si sta avvicinando, rapidamente”.

In realtà più che come minaccia, suona come un avvertimento e la cosa avrebbe senso solo come tentativo di voler testare apertamente la difesa missilistica USA e dimostrare eventualmente di riuscire a sorprenderli apertamente pur senza necessariamente colpire l'obbiettivo.
Fra i vari obbiettivi civili e militari, incluso le Hawaii, è probabile che uno degli obbiettivi principali sia la base di Guam, principale snodo strategico aeronavale delle forze USA in quell'area del Pacifico oltre le Hawaii dove il Pentagono ha dislocato una batteria di missili Thaad, Terminal High-Altitude Area Defense battery, il più avanzato sistema antimissile USA. Basti pensare che ne esistono solo due di questo tipo da 250milioni di dollari l'uno e 1milione $ per missile a dimostrazione di quanto il Pentagono ritenga seria la minaccia. Gli Usa rinforzano così le difese antimissile da Guam al Texas, mettendosi in guarda anche dal confine sud, dove si intersecano terrorismo, traffico di droga e spionaggio cinese.

La cosa a nostro parere potrebbe avere un precedente che renderebbe più chiara tutta la questione, ossia il fatto che in passato, circa 2 anni fa, abbiano già lanciato un missile balistico sotto le coste USA al largo della California rilevato solo al momento del lancio grazie ad un particolare tipo di sommergibili di cui sarebbero in possesso Cina e Korea del Nord. Ci abbiamo scritto un articolo di analisi di cui questa situazione rappresenterebbe l'epilogo:


Complice anche la crisi economica, negli ultimi anni sono cresciute le tensioni fra Cina e USA, che si trovano de facto in uno status di guerra fredda. Seppure non a livelli altissimi come contro l'URSS, essa non è neppure di poco conto considerando la cyberwar in corso e la grande attività dello spionaggio cinese contro gli USA.
Oltretutto le attuali politiche internazionalistiche, in primisi la Commissione Trilaterale, hanno visto di buon occhio e per certi aspetti promosso la riduzione della leadership Americana che invero, come ampiamento previsto da vari analisti, noi incluso, e osservato persino anche da Hilary Clinton nei primi tempi della 1a amministrazione Obama, destabilizza la situazione mondiale lasciando spazio ad aggressive espansioni geopolitiche da parte di altre nazioni che nel migliore dei casi finiscono in sfere di influenza avversa.

Da parte Cinese quindi la crisi economica denota la riduzione della leadership geopolitica degli USA e l'attuale minaccia è un ulteriore modo per testare la difesa USA. In particolare la Cina ha interesse a testare lo scudo missilistico, già dislocato presso l'isola di Guam, la capacità di lanciare un missile il più vicino possibile ad obbiettivi strategici e in generale la capacità di reazione USA nell'area tutt'ora protagonista di forti tensioni.

Pur ritenendo fra gli obbiettivi della Cina quella di condurre politiche di espansione globale non appena possibile piuttosto che cooperazione come erroneamente supposto dalla Commissione Trilaterale and co., riteniamo tuttavia di poter escludere negli interessi attuali della Cina quelli di uno scontro diretto.
E' oltremodo questa una dura lezione verso un occidente troppo ammorbidito verso la proliferazione di armi di distruzione di massa a disposizione di nazioni a dir poca cosa ostili e pericolose e di quanto sempre più urgente sia la necessità di implementare e migliorare lo scudo missilistico.
La Casa Bianca risponde non credendo alla minaccia Coreana sminuendo la cosa in quanto non avrebbero le ogive per l'innesco delle testate sui missili, una dichiarazione chiaramente altrettanto diplomatica. Dal canto suo invece il segretario alla difesa USA Chuck Hagel in precedenza oggi ha dichiarato di prendere sul serio le minacce coreane intimandoli a cessare una pericolosa retorica. Intervenuto oggi alla National Defence University a Washington, Hagel sottolinea che gli Stati Uniti hanno intrapreso passi misurati e ragionevoli di fronte alle minacce di Pyongyang, ma che può essere pericoloso sottostimarle, basta un solo sbaglio, e di non voler quindi passare alla storia come “il segretario alla Difesa che una volta si sbagliò”.

Pechino risponde dicendosi preoccupata, per quanto probabilmente aspetta il lancio. Putin invece commenta giustamente la pericolosità della situazione, denotando come nell'attuale situazione basti un niente come un piccolo errore per scatenare la guerra. Una dichiarazione importante quindi che potrebbe suonare implicitamente in via ufficiosa come un via libera da parte Russa verso una reazione militare USA contro la Corea del Nord.

La corea del sud inoltre darebbe oggi accesso ad importanti tecnologie che fanno gola tanto alla Corea del Nord, quanto soprattutto alla Cina per l'implementazione in ambito militare che li metterebbe in grado di competere con le forze USA, come programmato dalla Cina per il 2025, anno di raggiungimento e superamento dell'economia USA secondo le tendenze attuali. Per queste ragioni le tensioni fra le due Koree sono da ritenersi ampiamente maggiori rispetto agli anni '50.
Il “pazzo” dittatore nordcoreano non ha niente da perdere quindi eccetto la faccia con i suoi, e alla Cina interessa testare il sistema di difesa missilistico degli USA e capire come aprire eventualmente la strada verso le tecnologie di Seoul, obbiettivo per il quale non c'è neppure bisogno di consolidare l'occupazione Koreana se non il tempo necessario alle operazioni. Quale occasione migliore ? Probabilmente lanciano e al posto di Obama chi scrive terrebbe un paio di bombardieri B2 in volo h24 più sommergibili di classe Seawolf e portaerei e incrociatori pesanti in pattugliamento nel Pacifico.
Gli USA possono contare su una difesa informatica, elettronica e satellitare ben al di là di quanto si possa immaginare e che permetterebbe di reagire prontamente non appena un qualsiasi missile venga messo chessò anche solo in preriscaldamento sulle rampe di lancio, dando possibilità ai B2 di colpire le rampe con armi convenzionali in tempi molto rapidi. Proprio per questa ragione però, riteniamo che la minaccia maggiore dove guardare resti sotto il mare. Chiramente l'allerta è da mantenere su tutti i fronti.

Durante la crisi fra Cina e Giappone sulle Senkaku dei recenti 2-3 anni, abbiamo visto come la Cina abbia avuto modo di mettere alla prova gli Usa di Obama sulla capacità di spostare ancora flotte nel Pacifico, rappresentata in modo emblematico dalle esercitazioni periodiche che gli USA tengono con la Korea del Sud in questi ultimi anni.
E' probabile quindi anche che la Cina mediante il suo braccio armato Koreano, con il chiaro obbiettivo di espandere la propria influenza geopolitica e militare nell'area, voglia testare la capacità Americana di sostenere uno sforzo bellico aeronavale su un tempo maggiormente prolungato questa volta, che ha i suoi costi e testare quindi quanto la crisi economica abbia eventualmente intaccato la capacità militare degli USA di operare nell'area. Cruciale allo scopo resta proprio la base di Guam. In stile guerra fredda, possiamo quindi aspettarci un escalation e ripetizione di azioni di questo tipo.

Bisogna infine considerare che un eventuale lancio non è detto sia diretto verso un obbiettivo a terra, ma come nel caso Californiano potrebbero puntare ad un esplosione nucleare ad alta quota, sufficiente a generare un forte impulso elettromagnetico EMP, capace di danneggiare reti elettriche e dispositivi elettronici su una vasta area degli Stati Uniti. La minaccia di un attacco EMP è talmente seria che negli ultimi anni a ridosso dell'ICBM avvistato in California, il governo Americano ha iniziato a rinforzare le infrastrutture elettriche, reti e centrali, allo scopo e una commissione del congresso la Commission to Assess the Threat to the United States from Electromagnetic Pulse (EMP) Attack valuta molto seriamente la minaccia. L'industria privata ha invece iniziato a vendere particolari sacchetti di plastica con schermature a gabbia di faraday per difendere ciò che c'è all'interno da un attacco EMP ad esempio computer portatili, cellulari ecc. e altre cose utili alla sopravvivenza in caso di attacco EMP. Tale minaccia potenzialmente proviene da qualsiasi nazione ostile emergente sul fronte degli armamenti nucleari così come gruppi terroristici che potrebbero più o meno fare capo ad una nazione ostile.

Nel frattempo fonti dell'intelligence di Seoul riferiscono come la Corea del Nord abbia portato sulla costa un missile dalla portata di 4000 km capace quindi di raggiungere l'isola di Guam.
La retorica di Pyongyang è certamente volta a dipingere le esercitazioni e reazioni USA come un attacco e minaccia diretta verso di loro sin dall'inizio in modo da giustificare la loro “reazione”. Al di là delle parole la minaccia nordcoreana è però molto seria ed è ormai sempre più probabile, per non dire auspicabile, un intervento militare contro il regime, magari di “minore” intensità in stile Libia, per quanto l'esercito nordcoreano è di gran lunga più pericoloso essendo il 4° esercito del mondo e contando su almeno 1milione di soldati.
Riteniamo come detto che anche in caso di conflitto la Cina resti piuttosto blanda sulla vicenda, interessata più che altro a testare la difesa USA divisa fra fronti attivi in Medio Oriente, Africa e Sud Est Asiatico e per evitare contatti troppo ravvicinati con le forze americane. Non si escludono però contatti fra forze speciali e spionaggio.





News Edit 4/4/2013 Mosca Conferma la nostra interpretazione inasprendo le relazioni con Pyongyang:

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1089074/mosca-stop-negoziati-con-nordcorea.shtml



Edit: Corretto il nome della batteria antimissile USA che è Thaad come ora descritto all'inizio dell'articolo, ci scusiamo per la svista.


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