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lunedì 24 febbraio 2014

Ucraina, Georgia, Armenia: la guerra del gas.

Meglio servire Washington che essere schiavi di Mosca
Mikheil Saak'ashvili, Presidente della Georgia

Nel 2008 con l'invasione della Georgia Putin inaugurava il nuovo espansionismo Russo di stile sovietico, dopo la ripresa dei pattugliamenti dei bombardieri nucleari russi sull'Alaska e verso gli USA in stile guerra fredda.
Obbiettivo principale in Georgia, l'oleodotto e gasdotto Nabucco costruito e finanziato da USA ed UE per accedere alle ricche risorse del Caspio in Azerbaijan, Turkmenistan e Kazakhistan bypassando i gasdotti Russi e collegando anche il Nord dell'Iraq. All'epoca infatti l'ex governatore ed oligarca del Turkmenistan regione ricchissima di gas ad Est del Mar Caspio, aveva stretto un accordo con Washington nel tentativo di cercare vie alternative ai gasdotti russi per la vendita di gas. La stima delle riserve petrolifere del Caspio è di 25 miliardi di barili, a cui fanno seguito ingenti quantità di gas naturale. Una quantità paragonabile alle intere riserve di petrolio del nord Alaska e dei mari del nord messi insieme e che può rivaleggiare con la produzione di tutto il Kuwait.

Secondo il Dipartimento Usa dell'energia si prevede un aumento della domanda di gas del 50% entro il 2025. L'Europa sino a pochi anni fa importava almeno un quarto del suo fabbisogno di gas dalla Russia, di cui l'80% passa attraverso l'Ucraina e avente come principale consumatore la più grande economia Europea ossia la Germania. Le altre nazioni dipendono per circa il 40% delle importazioni da Mosca. La Francia ad esempio dal 2006 al 2007 si è basata sulle importazioni russe soltanto per il 36% a fronte di Slovacchia, Bulgaria e Repubblica Ceca che dipendono dalla Russia per il 100%, 96% e 79% rispettivamente. Va però osservato che la Slovacchia ha ancora ricchi giacimenti di gas da poter sfruttare e le pressioni di Mosca per far entrare Gazprom nel mercato dei gasdotti Europei su suolo Europeo va probabilmente visto anche in quest'ottica.
Nel periodo successivo alla guerra in Georgia il governatore del Turkmenistan è poi deceduto e la situazione attuale è ancora incerta.


L'eventuale collegamento ipotizzato invece con l'Iran e men che meno con la Russia lo renderebbe al momento un progetto di Gazprom e troppo favorevole al regime Iraniano sotto sanzioni per via della sua politica nucleare che vedrebbe quindi l'opposizione e il ritiro Usa e UK dal progetto. L'allentamento delle sanzioni sull'Iran a riguardo delle sua politiche nucleari tentato di recente da Obama cercando un compromesso con il regime di Teheran, non è per niente visto bene da Israele e nazioni arabe che si sentono nuclearmente minacciate, per cui al momento è un'ipotesi tendenzialmente da scartare.
Al contrario invece la partecipazione della Georgia fondamentale per il transito verso il Caspio, incontra l'ovvia opposizione Russa.

Per il passaggio in Armenia invece bisognerebbe riaprire il confine Turco-Armeno, questione su cui gli USA hanno lavorato in passato nonostante vi sia il più fondamentalista Erdogan al potere. Oltretutto lo stato islamico dell'Azerbaijan potrebbe risentirsi per la riapertura dei confini con l'Armenia e ritirarsi dal progetto portando nuove tensioni nella tregua del conflitto Armeno-Azero del Nagorno Karabakh, regione Azera dichiaratasi indipendente col supporto militare Armeno a termine del conflitto fra i due stati fra il 1992 e il 1994, periodo in cui peraltro la Turchia chiuse i confini e ogni rapporto commerciale con l'Armenia.
Nel merito infatti si può osservare come l'apparente buonismo del governo Putin tramite il ministro Lavrov nello spingere verso migliori rapporti e dialogo la Turchia e l'Armenia abbia invero inasprito le reazioni di Baku vero obbiettivo della strategia Putin. Ad esempio il 14 Ottobre 2009 quando il Presidente Armeno e Turco videro insieme una partita di Football ad Ankara sotto spinta di Mosca, il governo Azero di Baku firmò per reazione la vendita di 500 milioni di metri cubi di gas naturale a Gazprom, tagliando fuori quindi il Nabucco e la Turchia. E questo è il motivo per cui Putin si adopera così tanto per spingere a migliori rapporti Turchia e Armenia. E di misura similmente sibillina qualsivoglia altro apparente buonismo di Putin come in Siria ad esempio, in Libia, Egitto ecc.
L'economia Armena, che esclusa la Turchia dipende da Georgia e Iran, risultò oltretutto fortemente compromessa durante la guerra in Georgia che distrusse ferrovie, strade e porti rendendola di fatto dipendente dalla Russia.

L'Armenia dal passaggio del Nabucco che in tal modo sarebbe più breve e quindi meno costoso, oltre che dagli investimenti strutturali guadagnerebbe certamente un ruolo geopolitico importante verso l'EU aprendo una trattativa sul Nagorno-Karabakh e incentivando quindi i rapporti commerciali con Ankara. Tuttavia non bisogna presumere automatica la sua adesione con la sola apertura dei confini Turchi.
La Georgia resta quindi l'opzione migliore nell'area, per quanto la recente elezione(?) di un oligarca avversario del candidato di Saakashvili  lascia aperte diverse incognite.

La Turchia invece che in precedenza dipendeva dalla Russia per il 100%, dal 2006 può importare gas Azero grazie ad una parte del Nabucco sulla tratta Baku-Tblisi-Ceyhan aumentando quindi il profilo della Turchia come Hub energetico e ponendo quindi le basi della geopolitica Turca nell'area. Non a caso anche Berlusconi nel promuovere il South Stream in accordo con Putin e Gazprom, proporrà il passaggio del South Stream in acque Turche secondo quella che ad ogni modo è stata vista dall'Occidente in generale come un'eccessiva compromissione dell'Europa con Gazprom, Gazprom che in egual misura si stava fortemente espandendo anche in Libia prima della guerra favorita da cessioni di ENI.
La Turchia ad ogni modo gioca anch'essa un ruolo primario nella questione dell'accesso alle riserve energetiche del Caspio, contribuendo inoltre a costruire in futuro più forti relazioni in Medio Oriente tramite le importazioni agevolate dal Nord Iraq via Nabucco ed eventualmente un giorno anche dall'Iran, importanza che il governo Erdogan ha usato negli anni scorsi come leva d'ingresso nella UE e ponendo quindi ostacoli alla sua realizzazione.

Il progetto alternativo South Stream di Gazprom va da sè che può passare nel Mar Nero solo dalle acque Turche o Ucraine al largo della Crimea così come un eventuale Hub Ucraino. Inoltre una Turchia pienamente integrata nella UE e un'Ucraina altrettanto nella NATO potrebbero concretamente porre fine all'ambizione russa del South Stream.

L'Azerbaijan negli anni scorsi ha avuto una grandissima crescita a ritmi del 25%-30% del PIL annuo con il bilancio del governo passato da 3 miliardi di dollari nel 2003 a 12 miliardi nel 2008 e con una riduzione della povertà fra il 50% e 60% e di fatto l'eliminazione della disoccupazione. Circa 1 miliardo di dollari sono stati spesi per la realizzazione di infrastrutture quali strade, ponti e sottopassi. Inoltre sono state costruite circa 1600 scuole pubbliche in 7 anni di cui 600 ristrutturate.
L'Azerbaijan sin dal 19° secolo ha da sempre rappresentato un ruolo di importanza strategica sia per l'Impero Russo che per l'URSS così come per il mercato globale ieri come oggi, vedi anche Guerra di Crimea per l'accesso al Caspio e che attirò anche l'interesse di Hitler che suo malgrado ne affrettò la conquista distaccando prematuramente le divisioni da Stalingrado perdendo così la città e il fronte orientale.

In esso vi sono numerosi giacimenti di gas sia terreni come Shah Deniz che off-shore nel Mar Caspio quali il campo di Nakhichevan e Gunashli. Shah Deniz a detta degli Azeri è il giacimento che gli ha permesso di essere indipendenti dalla Russia giocando così la carta energetica.

Come analizzato in precedenza i rapporti fra Turchia, Armenia e Azerbaijan sono piuttosto delicati e al centro dell'intera questione. Il riavvicinamento fra Turchia e Armenia sponsorizzato da Mosca, ha avuto come effetto l'inasprimento dei rapporti con l'Azerbaijan che rifiuta ogni apertura con l'Armenia finchè la questione del Nagorno Karabakh che considera sotto occupazione non sarà affrontata. Quando fu siglata la vendita di 500 milioni di metri cubi a Gazprom, il governo Azero disse che poteva essere solo l'inizio.

Mosca dal canto suo negli ultimi anni ha preso ad armare l'Armenia mentre si gioca la carta del Nagorno con Baku. Oltretutto la mancanza concreta di sostegno Occidentale al Nabucco potrebbe convincere l'Azerbaijan a rivolgersi sempre più a Gazprom. Il ministro degli affari esteri Elmar Mammadyarov ha detto nel 2009 che “I Russi hanno fatto un'offerta. Ma ci sono diverse opzioni sul tavolo. Alla fine della storia è il nostro gas”.
Il che può anche significare che se l'Occidente si interesserà del Nabucco e quindi nel Nagorno Karabakh, Baku sarà disponibile a stringere accordi energetici con USA ed Unione Europea.
Questo tipo di considerazioni deve aver spinto la diplomazia Europea a riavvicinarsi alla questione nel Settembre 2013, incontrando la risposta positiva Azera.

Non bisogna quindi farsi troppe illusioni sull'interesse apparente di Mosca nei confronti dei cristiani di Siria e dell'Armenia o di presunti interessamenti pacifisti del governo Russo. L'unico interesse di Mosca facendo leva sulla debolezza delle politiche occidentali e delle rispettive divisioni è quello di inasprire le tensioni sul Nagorno Karabakh in modo da spingere Baku verso Gazprom abbandonando il Nabucco e compromettendo così le forniture energetiche europee. Inutile dire tutto questo cosa rappresenta concretamente in realtà per i Cristiani Armeni.
Di logiche simili anche per quanto concerne il Nord Africa oltre che la stessa Siria.
Il motivo di così tanto interesse verso i gasdotti da parte di Mosca sta però essenzialmente nella strategia di fondo dell'intera governance di Putin. Negli anni della sua ascesa al potere Putin ha incentrato l'economia Russa su Gazprom e sull'esportazione di idrocarburi tramite gasdotti e oleodotti russi facendo anche leva sulle stesse riserve della Russia. Una situazione però denunciata dagli oppositori di Putin che ha reso l'economia russa eccessivamente dipendente dall'export di gas e carburante invece che piuttosto aprire di più il mercato e l'economia agli investitori. Tanto da costringere la Russia ad infilarsi in certe situazioni acutizzando le tensioni internazionali come appunto il conflitto in Georgia e arrivando persino ad una carenza di benzina per eccesso di export. 
 
Le tensioni sull'Ucraina degli ultimi anni seguono esattamente lo stesso schema, ossia impedire all'Europa e alla NATO di accedere in maniera indipendente alle risorse del Caspio interferendo nelle politiche energetiche europee. Ieri come oggi l'Europa ha un bisogno endemico di energia e controllare le risorse energetiche di una nazione significa controllare de facto quella nazione o insieme di nazioni avendo con sé un grandissimo deterrente strategico da poter sfruttare in caso di conflitto e tramite il quale quindi esercitare pressioni geopolitiche.

Negli anni del governo Ucraino liberista e filo occidentale della Tymoshenko, verso la fine del 2008 dopo la guerra in Georgia Putin annunciava come l'era del gas a basso costo fosse finita e profittava della sua posizione dominante per rialzare il prezzo del gas nel pieno dell'inverno sin dal 2006. Diversi analisti ritengono che intenzione del governo di Putin sia di spingere i paesi esportatori di gas alla formazione di un cartello stile OPEC, tesi rafforzata dalla ratifica dei nuovi accordi del 2008 del gruppo del Gas Exporting Countries Forum (GECF), presso Mosca con sede a Doha in Qatar. Paesi membri del gruppo sono:
Algeria, Bolivia, Brunei, Egitto, Indonesia, Iran, Libya, Malaysia, Nigeria, Qatar, Russia, Trinidad e Tobag, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. La Guinea Equatoriale diverrà pieno membro del forum durante il meeting di Mosca, mentre al Khazakistan sarà garantito lo status di osservatore. Anche la Norvegia era attesa come osservatrice al forum.
Nelle intenzioni di Putin l'annuncio che il gruppo servirà a stabilizzare il prezzo del gas evitando danni ai paesi esportatori, che è un eufemismo per inaugurare politiche di cartello, a danno della competizione nel mercato del gas che porterà ad un aumento generalizzato dei prezzi e generalmente su posizioni filo-russe.

I contrasti e le pressioni del governo Russo sul governo Tymoshenko nei riguardi del prezzo del gas portarono negli anni scorsi alla chiusura delle forniture di gas durante il gelo invernale lasciando l'est Europa al freddo e con problemi anche di produzione elettrica a causa di un'eccessiva concentrazione di centrali a gas dagli anni del cancelliere tedesco Schroeder, lo stesso cancelliere tedesco che successivamente farà parte del consorzio Northstream per bypassare l'Ucraina nella fornitura di gas dai gasdotti russi.
Negli anni successivi Putin continuerà a tagliare il gas in pieno inverno arrivando a contrasti persino col suo delfino Yanukovic succeduto con elezioni in parte controverse in Ucraina a cui ha in breve tempo instaurato un regime filo-russo facendo arrestare la Tymoshenko detenuta dal 2011 sino ad oggi 2014. Tale atteggiamento ha rinvigorito i sostenitori del progetto Nabucco ripreso in considerazione dalla politica Europea nel Settembre 2013 e affiancata dall'Azerbaijan ancora interessato alla sua realizzazione.


Negli ultimi due anni dal 2012 al 2014 da parte Americana  si sono fatti importanti progressi nel campo dell'estrazione petrolifera e del gas per l'estrazione dello Shale Oil e Shale Gas in North Dakota e Texas tramite tecniche cosìdette di fracking orizzontale. Ciò ha portato ad un crollo consistente nei prezzi del gas dal picco dei 10$ per 1000 piedi cubi ( 1000 cubic feet ) del 2008 ai circa 2$ del 2014 (1. Vedi nota a fine articolo, EDIT 25/02/2014 ).
Il limite di realizzo delle tecniche tradizionali è di 5$, limite ribassabile dalle nuove tecniche di estrazione made in USA che conferisce all'America anche indipendenza energetica tornando ad essere paese esportatore. 
Tale crollo verticale del prezzo del gas ha certamente acutizzato i nervi tesi di Putin verso il controllo della produzione e distribuzione del gas al fine di rialzarne i prezzi.

La destabilizzazione del Nord Africa e poi della Siria e parte del Medio Oriente, ha invece ridotto le forniture di gas e petrolio da queste zone, aumentando notevolmente le esportazioni russe e concentrando potere e soldi nelle mani del governo Putin nel tentativo di accelerarne le politiche espansioniste in chiave sovietista, questione peraltro prevista anche dall'analista geopolitico e scrittore Tom Clancy. Una situazione inaccettabile per l'Europa che già dall'epoca di Tymoshenko studiava vie alternative per evitare di dipendere eccessivamente dalla Russia che d'altro canto nelle varie guerre e rivolte in Tunisia, Libia, Egitto e Siria si vede sempre più agire con logiche da guerra fredda e in alleanza con la Cina che mira a conquistare le risorse dell'Africa e M.O e mostrando grande abilità diplomatica per perpetrare in concreto una situazione di svantaggio geopolitico per l'Occidente, come visto ad esempio nel caso Turco-Armeno, e arrivando anche ad assecondare in concreto la destabilizzazione di tali regioni tramite veti ad interventi ONU che si risolvono quindi in una diminuzione delle esportazioni di gas e petrolio da tali regioni a vantaggio delle esportazioni Russe. Situazioni che complessivamente più che minacciare la Russia circoscrivono l'Europa riducendone le importazioni di materie prime ed energia in un contesto ulteriore di forte espansione della Cina che si avvantaggia anch'essa della debolezza politica e delle divisioni dell'Europa e dell'Occidente.

Nel contesto delle esportazioni di gas Nord Americano e di crollo del prezzo del gas, l'Ucraina assume un ruolo strategico fondamentale e rappresenta quindi per la sua posizione geografica e la presenza di importanti gasdotti che riforniscono in primis per importanza la Germania e poi il resto d'Europa, la possibilità di bypassare invero i gasdotti russi per l'accesso al Caspio, prolungando verso sud-est gli attuali gasdotti o fungendo da Hub per il trasporto via mare del gas Azero dal terminal del Nabucco in Georgia sul Mar Nero al posto della più lontana Romania, facendosi forza del resto della sua ottima rete di gasdotti già realizzata con un minimo investimento verso i prolungamenti a sud-est. L'invasione e occupazione russa della regione Georgiana dell'Abkhazia e dei porti Abkhazi vanno infatti visti anche come tentativo di ridurre questa possibilità ponendo le forze armate Russe ad un passo dal Nabucco e occupando alcuni porti strategici.

Regioni come la Crimea tornano quindi ad essere protagoniste di tensioni geopolitiche per la stessa ragione del periodo a cavallo fra '800 e '900 ossia l'accesso al Caspio. E non a caso infatti, per quanto a maggioranza russofona, il governo regionale della Crimea ha annunciato la secessione dall'Ucraina in caso di continuazione del conflitto.

La costruzione di nuovi gasdotti o rotte navali ucraine verso il Caspio, l'inclusione della stessa nella NATO e il crollo del prezzo del gas grazie agli USA, difficilmente rappresenta una cessazione di ogni esportazione dalle grandi riserve russe, tuttavia costituisce sicuramente un deciso ridimensionamento notevole e importante delle ambizioni sovietistiche dello zar Putin soprattutto nella regione del Caucaso e che nel frattempo gioca a fare il democratico mentre schiera le forze armate lungo il confine Ucraino con ogni probabilità infiltrato da forze speciali Russe secondo uno schema simile a quello Georgiano. Una situazione alquanto tesa e incerta, verso cui peraltro ancora fanno eco le parole del ministro Russo Lavrov che all'indomani del conflitto Georgiano fermato dalle navi da guerra Americane inviate da Bush a fornire aiuti umanitari, annunciava l'uso di testate nucleari tattiche se in futuro si fossero avuti problemi ai loro confini. Un chiaro messaggio agli USA visto che le forze armate Russe sono nettamente più arretrate e obsolete, seppure in generale in grado di difendere i propri confini e fare incursioni negli stati confinanti. Tuttavia una minaccia eventuale che difficilmente riguarderà davvero le forze USA quanto piuttosto nel quadro di un'eventuale guerra con l'Ucraina che seppure più obsoleta è decisamente più complessa di quella in Georgia anche se decisamente troppo vicino all'Europa perchè la Russia si lasci andare con noncuranza come in alcune zone del Caucaso.

E che la Russia abbia un ruolo più che attivo nella crisi Ucraina sarebbe testimoniato anche dal susseguirsi di voci nei corridoi diplomatici che come riferisce online l'ambasciatore Giulio Terzi il 20 Febbraio 2014 danno notizie di « .. fermi "inviti" di Mosca a Yanukovich a *usare il pugno di ferro*: contatti russo-ucraini su quest'argomento avrebbero avuto luogo proprio a Sochi (!) ( durante le Olimpiadi invernali, ndA ) anticipando forme di assistenza...non soltanto economica. La repressione di queste ore a Piazza Maidan, le numerose vittime, i casi documentati di dimostranti fatti sparire e torturati nelle ultime settimane, gettano ombre molto inquietanti su Kiev e su Mosca... »

Il parlamento Ucraino ha votato in queste ore a grandissima maggioranza la destituzione di Yanukovic nel frattempo fuggito verso Est nelle regioni più filo russe e ora anche ricercato per omicidi di massa. Fra le motivazioni della destituzione il fatto che Yanukovic in realtà si sarebbe indotto ad auto sfiducia nel momento in cui ha instaurato un regime e una dittatura negando quindi la costituzione Ucraina del 2004 ripristinata in queste ore mentre una Tymoschenko fortemente provata dagli anni di prigionia annunciava in una piazza gremita di gente la fine della dittatura. Non bisognerebbe del resto dimenticare che Yanukovic è un sovietista comunista che per anni è stato alla guida del partito comunista sovietico in Ucraina e che quindi rientra perfettamente nelle logiche sovietistiche di Putin e che non a caso insieme a Yanukovic sono state in queste ore abbattute anche le statue di Lenin con la Timochenko liberista e filo occidentale finalmente libera dal carcere, punti questi che evidentemente sfuggono a chi si fa incantare dalle sirene di Putin ex capo del KGB che nonostante la sua passione verso il mercato, le auto e le belle donne ha però sin troppa nostalgia della politica di espansione sovietica. 



 



Alcune fonti di approfondimento:


  1. 1000 ft^3 ( piedi cubi )= 28.317 m^3 ( metri cubi ).
    10$/1000 ft^3 equivale a 353,14 €/ 1000 m^3
    5$/1000 ft^3 ----> 176,57 €/1000 m^3
    2$/1000 ft^3 ----> 70,63€/1000 m^3





http://eurodialogue.org/Nabucco-And-Hopes-%20Of-Georgia

http://news.bbc.co.uk/2/hi/7796806.stm

http://www.telegraph.co.uk/earth/energy/gas/3919430/Gas-exporters-create-new-group-as-Putin-warns-cheap-prices-at-an-end.html

http://www.businessweek.com/news/2013-12-19/putin-says-ukraine-may-receive-long-term-cheap-gas-from-russia

 http://www.businessweek.com/articles/2012-04-17/is-natural-gas-too-cheap-to-drill



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