Debito Pubblico Italiano

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lunedì 5 luglio 2010

Italia in ripresa: e Milano cola a picco -19%

Ma cosa sta succedendo in Italia e in Europa ? Il premier Silvio Berlusconi al ritorno dal suo viaggio all'estero per conto del governo, dichiara di trovare una nazione ( e anche un governo ) spaccato in una situazione inquieta. A dire il vero chi scrive trova una spaccatura anche fra alcune dichiarazioni del governo e la realtà della nazione.

Prima di tutto la ripresa. Il calo dell'euro come previsto da molto tempo, ha ridato fiato alle industrie di nazioni come l'Italia e non solo. In questo senso quindi le aziende che sono in Italia e che esportano, hanno visto crescere la domanda e quindi aumentato la produzione con effetti sulle statistiche sul PIL, +0.5 % e cose di questo genere.
Il governo fa grandi annunci e dice che l'Italia è in ripresa, che siamo usciti dalla crisi, che stiamo meglio di altri. Beh c'è del vero e c'è quello che un governo fa quando ha paura di provocare con le sue parole il collasso repentino di un'economia caudicante.

In altre parole è vero che le famiglie Italiane essendo più risparmiatrici ci hanno regalato un asset finanziario più solido, così come è vero che i nostri conti non sono, per ora, messi male, ma dall'altro lato il pessimo comportamento delle banche italiane ci ha regalato, specie nel centro-sud, ma non solo, un' economia quasi interamente dipendente dalla spesa e investimenti pubblici... motivo per cui  a ragione si preoccupano i governatori regionali,  oltre ad una scarsa crescita imprenditoriale e di giovane imprenditoria per l'assenza di banche di investimenti ecc. ecc. Non abbiamo mai lodato le banche nè la ciecità politica che le ha appoggiate per questo comportamento che ha affossato la crescita italiana negli anni scorsi, non lo faremo adesso. Se l'economia italiana sta meglio è merito degli Italiani e non delle banche. E pur approvando il rigore Tremontiano, comprendiamo pienamente come detto le preoccupazioni delle amministrazioni regionali.

Detto questo l'Italia è davvero in ripresa ? Come detto, ciò che è aumentato sono le vendite delle aziende che sono ancora in Italia, per effetto della svalutazione dell'Euro. Non c'è una crescita reale dell'economia e dell'industria italiana. Nè gli annunci da slogan elettorali sono sufficienti a convincere chi spende milioni di euro e dollari e che è per questo molto attento e preparato a dove mette i suoi soldi ( nonchè quelli degli altri che glieli affidano pagandoli in percentuale sul guadagno come negli Hedge Funds ).

Stamane stavo guardando class NCBC Italia dove un intervento molto interessante dell'amministratore delegato di Alliance Bank in sostanza confermava quanto diciamo anche noi e non solo da tempo anche su queste pagine ossia che la solidità maggiore del mercato è negli Stati Uniti che offrono anche i bond migliori e più affidabili essendo un mercato più completo e solido.

In Italia invece si iniziano a percepire gli effetti della crisi. Basti riflettere che le attuali misure di austerity che stanno mettendo alla prova la nazione non servono a risanare i conti, nè l'economia o il debito Italiano ma a "dare" 25miliardi di Euro all'Europa per poi darli alla Grecia per risanarne il debito. Una cosa che chi scrive ha reputato giusta nel momento in cui abbiamo messo a dura prova la nostra economia in nome della UE pagando tasse, multe e quant'altro, e per le quali è giusto e doveroso ricevere aiuti dalla UE nel momento del bisogno men che meno quando sono le  stesse politiche UE ad averne provocato la crisi, ma che denota anche l'estrema fragilità della zona euro e dell'intero progetto Europeo....

La lungimiranza di Tremonti ha portato il governo a varare una manovra da 28 miliardi circa, dandoci quindi un pò di flessibilità in più, circa 3 miliardi di Euro per permettere al governo di operare.
Benissimo, anzi malissimo. Nei prossimi due anni, il G-8 stima la perdita nel mondo di circa 30milioni di posti lavoro, di cui solo in Italia è prevista la perdita di circa 300mila posti di lavoro; l'emorragia occupazionale non cessa e il nord Italia si sta letteralmente de-industrializzando verso Est Europa e Cina. L'operazione Pomigliano, oltre ad essere critica per un indotto industriale regionale,  è una grande campagna mediatica per dimostrare che investire in Italia può essere ancora conveniente e per quanto ognuno speri abbia un effetto positivo, forti dubbi permangono.

Tutto questo significa che nei prossimi 2 anni potremo avere seri problemi di deficit, la continua emorraggia occupazionale e chiusura delle aziende, porterà, potrebbe portare, sempre meno introiti fiscali a fronte di una crescente spesa pubblica, già di per sè alle stelle anche a causa del forte debito. Con un debito pubblico salito negli ultimi anni a 1800 miliardi di Euro, come ci ricordava il Cavaliere paghiamo circa 100miliardi di Euro all'anno solo per gli interessi sul debito, senza contare le tasse Europee..... tale debito al momento attuale è solo destinato a crescere, mentre invece sarebbe urgente e vitale una politica sulla riduzione del debito. In questa situazione quindi una manovra di austerity per compensare la NOSTRA economia e non solo quella Greca potrebbe portare seri problemi di sostenibilità. Questo si traduce dal punto di vista finanziario in una minore capacità per l'Italia di ripagare i propri debiti ossia una maggiore probabilità di insolvenza sul debito. Siamo ancora "lontani" dalla situazione Greca tuttavia in questo contesto sono indicative due cose che potenzialmente potrebbero farci avvicinare non di poco a tale situazione e in breve tempo: l'aumento di poco dei CDS ( credit default swap dell'Italia ) che vede quindi ritenuto in aumento la stima sul suo rischio di insolvenza e che vediamo corrispondere alla situazione economica. In secondo luogo una massiccia fuga di capitali e quindi maggiore vulnerabilità alla speculazione con Milano che in 6 mesi chiude a -19%, perdendo quindi le società italiane circa 90miliardi di Euro di capitalizzazione, alla faccia degli interventi pubblici... è questa una delle dimostrazioni più evidenti di come lo statalismo e gli interventi pubblici non potranno mai eguagliare ed essere altrettanto efficienti quanto il capitalismo di libero mercato. Non abbiamo manco raggiunto i 10 miliardi della manovra e stiamo già  "con le pezze in fronte" come si suol dire, figuriamoci se lo stato volesse finanziare 90miliardi per aiutare le imprese e le banche...

Si perchè il rischio più forte a fronte di questi cali sono le crisi di liquidità di aziende e banche. Anche per questa ragione il Premier Berlusconi ben ha sostenuto il no alla tassazione della finanza e delle banche che porterebbe un'ulteriore e maggiore fuga di capitali all'estero.

D'altro canto riteniamo sia poco opportuno perdurare in una situazione di immobilità governativa, quando invece dovremo fare più pressioni in Europa per difendere la nostra economia, la nostra industria e il potere d'acquisto dei salari Italiani che sta finendo sotto i piedi.. Per capirci peggio della borsa di Milano è andata solo la Grecia e la Spagna a causa del crack immobiliare che cmq entro certi gradi sta avvenendo anche da noi. Alzi la mano quanti dipendenti, ma anche lavoratori autonomi, riescono a comprarsi un immobile nelle principali città italiane se non forse in periferia... bene a questo ricordiamo quanto scrivevamo non molto tempo fa in merito del crollo persino nelle periferie e avete il quadro.

Tutte queste cose ci dicono quindi che invero l'Italia non sta affatto uscendo dalla crisi, ma ci sta entrando con tutto lo stivale. Finalmente dopo 10 anni almeno che vari economisti tacciati di eresia economica, facessero notare come la finanza europea fosse debole, come le riserve frazionarie e quindi capitalizzazioni delle banche promosse da Basilea 2 fossero deboli e co-responsabili della crisi finanziaria dell'Euro, finalmente pare che l'UE abbia deciso di aumentare per legge la capitalizzazione delle banche per far fronte alle fluttuazioni dei mercati e dell'economia. La scoperta dell'acqua calda, ma non è mai troppo tardi.


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